Di Lara Maria Banchieri - Psicologa-Psicoterapeuta – Pubblicato su “Tutto Salute”
Il Vomiting è un comportamento disfunzionale legato ai disturbi alimentari, caratterizzato dall’associazione compulsiva tra l’abbuffata e il vomito autoindotto, che diventa una forma di “rituale” pericoloso e difficile da interrompere.
A differenza della
bulimia nervosa, in cui il vomito è principalmente un atto compensatorio per eliminare l’eccesso calorico, il vomiting è vissuto dal paziente come una vera e propria dipendenza. L’atto di abbuffarsi e poi vomitare diventa una modalità ripetitiva di gestione emotiva e controllo. Questo disturbo alimentare si manifesta prevalentemente in giovani donne e si evolve gradualmente, trasformandosi in un ciclo vizioso dal quale è difficile uscire. Il
vomiting non è semplicemente una reazione ad abbuffate episodiche, ma assume una connotazione rituale e compulsiva, con un forte legame emotivo. Il piacere associato all’abbuffata e al sollievo immediato post-vomito rende il ciclo particolarmente insidioso.
Cause e dinamiche del Vomiting
Dal punto di vista psicologico, il vomiting rappresenta una via di fuga temporanea per le emozioni negative, come la tensione, l’ansia o la tristezza. Le persone che ne soffrono tendono a sviluppare una dipendenza emotiva dal comportamento, poiché l’abbuffata genera un immediato senso di gratificazione, seguita dal vomito che dà sollievo fisico e psicologico. In questo contesto, il vomiting non riguarda solo il desiderio di mantenere il controllo sul peso, ma diventa una vera forma di ricerca del piacere e deve essere trattato come una sorta di dipendenza. Questo rende il disturbo particolarmente resistente ai trattamenti tradizionali.
La Terapia Breve Strategica per il Vomiting
La Terapia Breve Strategica, sviluppata da Giorgio Nardone, è particolarmente efficace nel trattamento del vomiting grazie alla sua capacità di affrontare rapidamente i circoli viziosi e i comportamenti disfunzionali che mantengono il problema. Invece di concentrarsi sulle cause profonde, la TBS si focalizza su come il problema si manifesta nel presente e su come interrompere le tentate soluzioni disfunzionali che lo perpetuano.
La Terapia Breve Strategica affronta il vomiting come una tentata soluzione disfunzionale, ovvero un comportamento che il soggetto utilizza per cercare di risolvere un problema emotivo o di controllo, ma che finisce per mantenere il disturbo stesso. L’obiettivo della terapia è interrompere il ciclo abbuffata-vomito attraverso interventi specifici che riducono gradualmente la compulsione.
1. Analisi delle tentate soluzioni
Nella TBS, il primo passo è comprendere le
tentate soluzioni disfunzionali che mantengono il vomiting. Queste includono:
2. Tecniche di prescrizione del sintomo
Una delle tecniche chiave della Terapia Breve Strategica è la Posticipazione del piacere. Questo metodo paradossale consiste nel prescrivere al paziente di posticipare di un’ora l’atto del vomitare. Il terapeuta prescrive al paziente che quando sente l’impulso di vomitare, lo può fare, ma deve posticiparlo di un’ora, atteso un’ora, potrà andare a vomitare. Questo crea un controllo “volontario” e pianificato sul sintomo, riducendo il senso di compulsività. Il paziente, essendo costretto a “decidere” quando vomitare, inizia a perdere il piacere legato all’atto compulsivo, indebolendo così la dinamica del disturbo. Questa tecnica paradossale ha lo scopo di rompere il legame emotivo e compulsivo tra l’abbuffata e il vomito, innescando un processo di disidentificazione dal comportamento. Il soggetto, infatti, comincia a sperimentare una perdita del controllo che prima pensava di esercitare.
3. Ristrutturazione cognitiva indiretta
La ristrutturazione cognitiva indiretta è un altro strumento chiave della TBS, utilizzato per modificare le convinzioni del paziente riguardo al vomiting senza affrontarle direttamente. Attraverso l’uso di metafore, storie o analogie, il terapeuta aiuta il paziente a vedere il suo comportamento da una prospettiva diversa, consentendogli di cambiare il proprio atteggiamento verso il disturbo senza sentirsi attaccato o giudicato. Il terapeuta può utilizzare la metafora di un “prigioniero di una gabbia dorata”, spiegando che il vomiting, pur offrendo un sollievo temporaneo, finisce per rinchiudere il paziente in una routine autodistruttiva. Questo approccio aiuta a smantellare le giustificazioni mentali che mantengono il disturbo attivo, senza forzare il paziente a difendersi o sentirsi in colpa.
4. Supporto familiare e ambientale
Nel trattamento del vomiting, il supporto familiare può essere cruciale. La TBS prevede anche interventi rivolti ai familiari, aiutandoli a
non rinforzare involontariamente il disturbo. Spesso, infatti, i familiari, nel tentativo di aiutare, adottano comportamenti che possono alimentare il ciclo del vomito. I familiari vengono istruiti ad utilizzare la
Congiura del silenzio sul comportamento alimentare o sul vomito, poiché il continuare a parlare del problema mantiene il problema stesso. È come un fertilizzante per le piante: più se ne parla, più il problema diventa grande, inoltre genera ulteriori resistenze e conflitti.
La Terapia Breve Strategica offre una via efficace e rapida per trattare il vomiting, un disturbo spesso difficile da affrontare con i metodi tradizionali. Grazie all’approccio strategico e alla capacità di intervenire direttamente sulle dinamiche disfunzionali, i pazienti possono iniziare a modificare i loro comportamenti e pensieri legati al disturbo, riducendo la compulsione e acquisendo maggiore controllo su sé stessi.
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